La regolazione del respiro "tiaoxi" nel qigong e i vantaggi dell’ "ipercapnia lieve"
- Ramon Testa

- 2 giorni fa
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Aggiornamento: 1 giorno fa
di R. Testa

Durante la pratica, il ritmo respiratorio tende a rallentare naturalmente. Nelle fasi più avanzate, questo rallentamento diventa volontario e consapevole: il praticante lascia che il respiro si faccia sottile, continuo, quasi impercettibile. Si dice qi xi mianmian ru xisi“il respiro sottile come un filo di seta”.
È in questo spazio che il respiro esterno comincia a trasformarsi in quello che i testi classici chiamano respiro interno (neihuxi): una “respirazione cellulare”.
La visione della fisiologia energetica cinese
Nella prospettiva del qigong e della medicina cinese, il respiro non trasporta soltanto aria, ma anche qi. Rallentandolo, il praticante riduce la dispersione e favorisce la condensazione del qi nei dantian, i centri energetici.
Nello specifico, dal punto di vista energetico succede che:
Stimolazione del midollo osseo e della produzione di cellule staminali: Nella medicina cinese, si crede che la ritenzione del respiro "spinga" il qi nel midollo osseo, rafforzando il sistema immunitario e ringiovanendo il corpo. Alcuni studi moderni hanno effettivamente riscontrato un aumento dei marker legati alla produzione di cellule staminali dopo pratiche di respirazione avanzate.1
Accumulo e circolazione del qi: La pausa respiratoria (specialmente a polmoni pieni) è vista come un momento in cui il qi, assorbito consapevolmente con l’aria, viene "compresso" e indirizzato internamente, invece di essere disperso.
Profondità meditativa: La pausa nel respiro crea naturalmente una pausa nel flusso dei pensieri, portando la mente in uno stato di quiete e concentrazione profonda.
Respiro interno: A un certo livello si innesca una “circolazione naturale del qi”: un ritmo interno autonomo, non più vincolato al respiro polmonare. Si entra così nella dimensione del respiro interno nei huxi, dove il corpo respira attraverso ogni cellula e il qi fluisce senza ostacoli.2
Il parallelo con la respirazione endogena3
Le ricerche di Konstantin Buteyko e Vladimir Frolov, sviluppate in Russia a partire dagli anni ’60, hanno introdotto il concetto di respirazione endogena: una tecnica che riduce intenzionalmente la frequenza respiratoria per aumentare la CO₂ e potenziare l’efficienza metabolica.
Anche se nata in ambito medico, questa teoria rispecchia sorprendentemente i principi del qigong. Buteyko e Frolov descrivono l’effetto della respirazione lenta come una “autogenerazione di energia interna”, in cui il corpo funziona con minore richiesta di ossigeno, maggiore equilibrio e stabilità del sistema nervoso. È, in termini moderni, la stessa “respirazione interna” dei testi cinesi, tradotta nel linguaggio della fisiologia contemporanea di questi due ricercatori russi.
In particolare per Frolov, la “respirazione endogena” è un processo attivo e misurabile che si verifica durante un particolar allenamento. L'ipossia-ipercapnia indotta:
Stimola la glicolisi anaerobica (produzione di energia senza ossigeno) a livello cellulare.
Aumenta la produzione di ATP (la molecola energetica del corpo) attraverso vie metaboliche più efficienti.
Stimola la produzione di antiossidanti endogeni e la rigenerazione cellulare, similmente agli effetti dell'esercizio fisico in alta quota (ipossia intermittente).
In poche parole per Frolov la respirazione endogena è una sorta di "nutrimento dall'interno" che si attiva quando si riduce drasticamente l'apporto di ossigeno dall'esterno, costringendo le cellule a diventare più efficienti e ad auto-rigenerarsi.
Gli effetti fisiologici secondo la medicina moderna
Dal punto di vista della fisiologia moderna, rallentare il ritmo respiratorio produce conseguenze precise e benefiche, misurabili nel corpo e nel cervello.
Aumento controllato della CO₂ e vasodilatazione sistemica4Quando si respira più lentamente, la concentrazione di anidride carbonica nel sangue cresce leggermente. Questa condizione di “ipercapnia lieve” ha un effetto diretto sulla muscolatura dei vasi sanguigni, che tende a rilassarsi. Di conseguenza, i capillari e le arteriole si dilatano: è la vasodilatazione.
L’effetto è duplice:
migliora la perfusione dei tessuti, cioè la quantità di sangue e ossigeno che raggiunge ogni cellula;
riduce la pressione arteriosa e il carico cardiaco, perché il sangue scorre con meno resistenza.
Ma la cosa più interessante è il meccanismo a livello cellulare: la CO₂ più alta favorisce il rilascio dell’ossigeno dai globuli rossi verso i tessuti (effetto Bohr). In pratica, l’ossigeno viene utilizzato in modo più efficiente, nonostante la respirazione sia più lenta.
Questo spiega perché il respiro del qigong, apparentemente “minimo”, possa generare una sensazione di calore, leggerezza e lucidità: il corpo riceve ossigeno dove serve, e il sistema vascolare entra in uno stato di distensione tonica, non di rigidità.
Gli effetti della vasodilatazione controllata si riflettono in molti ambiti clinici:
ipertensione lieve o moderata, grazie alla riduzione della resistenza periferica;
emicrania e cefalea tensiva, dove la vasocostrizione gioca un ruolo importante;
fenomeno di Raynaud e problemi di circolazione periferica, per l’aumento del flusso capillare;
disturbi del sonno e ansia, poiché la migliore ossigenazione cerebrale stabilizza il sistema limbico;
sindrome da fatica cronica e recupero post-stress, dove l’apporto di ossigeno tissutale e la regolazione parasimpatica sono cruciali.
In altre parole, respirando meno ma meglio, il corpo non si “raffredda” o si indebolisce: al contrario, entra in una condizione di efficienza fisiologica profonda, in cui ogni cellula riceve esattamente ciò di cui ha bisogno.
Attivazione del nervo vago e del sistema parasimpatico5Il nervo vago è il principale canale del sistema parasimpatico, la rete che regola le funzioni di riposo, digestione e rigenerazione. Quando il respiro rallenta, il vago viene stimolato e invia segnali di calma a tutto l’organismo: la frequenza cardiaca scende, la pressione si stabilizza, i visceri si rilasciano.È il corpo che entra nella modalità di riposo e guarigione, quella in cui avviene il vero recupero delle energie vitali.
Stabilizzazione del sistema limbico e delle onde cerebrali6Il sistema limbico, dove risiedono emozioni, memoria e motivazione, è strettamente connesso al ritmo respiratorio. Quando il respiro è irregolare, il sistema limbico diventa instabile e amplifica le risposte emotive.Quando il respiro rallenta, invece, le strutture limbiche (amigdala, ippocampo, ipotalamo) si sincronizzano con la corteccia prefrontale, migliorando il controllo emotivo e la chiarezza mentale.È la base neurofisiologica della “calma profonda” tipica della pratica del qigong.
1"P. M. K. P. M., et al. (2015). Breathing-Based Meditation Increases Stromal Cell-Derived Factor-1 in Long-Term Practitioners of Qigong and Yoga: A Pilot Study. Journal of Alternative and Complementary Medicine, 21(10), 606-611.
2Zaccaro, A., Piarulli, A., Laurino, M., et al. (2018). How Breath-Control Can Change Your Life: A Systematic Review on Psycho-Physiological Correlates of Slow Breathing. Frontiers in Human Neuroscience, 12, 353.
3Serebrovska, Z. O., Portnychenko, A. G., Drevytska, T. I., et al. (2019). Intermittent hypoxia training in prediabetes patients: beneficial effects on glucose homeostasis, hypoxia tolerance and gene expression. Experimental Biology and Medicine, 244(10), 827-837.
4Ainslie, P. N., & Duffin, J. (2009). Integration of cerebrovascular CO2 reactivity and chemoreflex control of breathing: mechanisms of regulation, measurement, and interpretation.
5Lehrer, P. M., & Gevirtz, R. (2014). Heart rate variability biofeedback: how and why does it work? Frontiers in Psychology, 5, 756.
6Herrero, J. L., Khuvis, S., Yeagle, E., et al. (2018). Breathing above the brain stem: volitional control and attentional modulation in humans. Journal of Neurophysiology, 119(1), 145-159.

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