Ruotare la vita e mulinare le anche, il Qi torna al dantian
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  • Immagine del redattoreMarialuisa Floriani

Ruotare la vita e mulinare le anche, il Qi torna al dantian

La riscoperta dell’esercizio n. 6 di Xing shen zhuang di M. Floriani


L'esecuzione standard dell'esercizio richiede la rotazione del coccige

Ho appreso Xing shen zhuang nel 2018 durante la formazione come conduttrice di classi di Zhineng Qigong e mi sono subito appassionata a questa forma, che lavora il corpo dalla testa ai piedi con minuziosità e precisione, attraverso movimenti spesso spigolosi che con la pratica ripetuta ed introiettata si fondono in un’unica armonica onda. La mente (ri)scopre il corpo e si fonde con esso, il qi fa da collante. Ho imparato ad accogliere le rigidità del fisico ed a scoprire associazioni con la sfera mentale ed emozionale, e vicoli ciechi si sono trasformati in spazi aperti sull’infinito.


Nel libro “I Metodi della Scienza del Zhineng Qigong” si afferma che la sezione n. 6, “Ruotare la vita e mulinare le anche, il Qi torna al dantian”, “rappresenta il movimento più difficile nel metodo per l’integrazione di Corpo e Mente”. La cosa mi aveva lasciato un po’ incredula, conoscevo già questo esercizio, con qualche variante, da altri stili di Qigong. Le altre sezioni di Xing shen zhuang avevano il fascino del nuovo, della sperimentazione: estendere in sincronia pollici e mignoli, medi ed anulari nella seconda parte dell’esercizio n. 3, percepire lo “stappo di bottiglia” alla base del costato nel n. 4, aprire le anche e le articolazioni sacro-iliache nel n. 7.


La difficoltà maggiore nella sezione n. 6 era per me porre l’attenzione al coccige, cedere a lui la guida del movimento di rotazione. Era molto più semplice ancorare la mente al giro vita o alle anche e ripercorrere cerchi impressi nella memoria corporea da precedenti esperienze di pratica.. Anche così percepivo la potenza di raccolta del qi, in un lento vorticare. Nel basculamento cullavo il qi, che si addensava e riempiva il Dantian. Riguardando indietro, mi rendo conto che consideravo questo esercizio un ponte, una fase di riposo e di ricarica, prima di affrontare l’esercizio successivo.


Il primo campanello d’allarme che mi segnalò quanto poco avessi approfondito la sezione n. 6 di Xing shen zuang squillò in Cina, nell’agosto 2019, durante il seminario con il maestro Dou Zhanguo. Gli istruttori insistevano sull’importanza di mantenere le spalle ferme durante la rotazione.. Io invece le ruotavo, era un prolungamento meccanico della rotazione delle anche. Mi è stato d’aiuto dedicare tempo ed attenzione alla rotazione del bacino da seduti, un esercizio della serie per la salute della colonna ove è richiesto lo stesso requisito. Ho acquisito maggiore padronanza dei movimenti di spalle e torace e questa consapevolezza si è via via manifestata anche nell’esercizio in piedi. . Ebbi inoltre la riconferma che ogni esercizio di Xing shen zhuang sia pensato per mobilizzare una sezione specifica, benché gli effetti si riverberino su tutto il corpo ad ogni livello.



La vera svolta, la riscoperta della sezione n. 6 di Xing shen zuang, è avvenuta durante la preparazione della relazione per il Convegno nazionale della Federazione Italiana Scuole di Tuina e Qigong del 10 aprile 2022, dal titolo: “Mobilizzare la vita per allungare la Vita: la sezione n. 6 di Xing shen zhuang”.


La conoscenza pregressa non è sempre un vantaggio, si trasforma spesso in pre-giudizio. Ho approfondito la teoria e ripercorso nella pratica i passaggi suggeriti per padroneggiare l’esercizio.

Leggere che guidare la rotazione con le anche invece che col coccige è spesso il primo stadio nell’apprendimento del movimento mi ha alleggerito dal peso psicologico di perpetuare un errore sapendo di commetterlo, ed ha aperto la via alla riscoperta dell’esercizio.


Come passaggio successivo viene consigliato di mantenere i piedi ad una maggiore distanza tra loro e di accovacciarsi maggiormente, disegnando un cerchio più ampio. Ciò richiede l’utilizzo dei muscoli dei glutei e del perineo per aiutare il coccige nel movimento, tenendo il tronco diritto. Questo suggerimento ha rappresentato per me la chiave di volta: l’esercizio è più faticoso, ma consente di percepire e guidare il movimento del coccige, e la pratica regolare ha reso il lavoro muscolare via via più leggero, consentendomi di ridurre il raggio della circonferenza, mantenendo il coccige alla guida del movimento. La rotazione richiede sempre qualche piccolo aggiustamento, per acquisire fluidità e soprattutto per descrivere la circonferenza completa, evitando di schiacciarne alcuni tratti; il cambio di direzione rappresenta ogni volta una ripartenza.


Ho poi introdotto la rotazione verticale delle anche col supporto delle cosce, sperimentando un benefico massaggio di fegato e milza. Quando l’anca sinistra sale, la milza viene compressa e risucchiata verso il costato insieme al diaframma; quando scende il fianco sinistro si rilassa ed allunga, e si crea uno spazio nel quale diaframma e milza si espandono. La percezione è più netta nel fianco destro, forse per le maggiori dimensioni del fegato ed il suo spiccato potenziale di espansione ed ammorbidimento.


Per evitare di muovere le spalle ed il busto ho adottato l’espediente di fissare un punto davanti a me, e questo funziona anche ad occhi chiusi.

Rilassata, col coccige puntato verso il basso a disegnare un cerchio, ho approfondito le mie percezioni. Il qi viene richiamato via via nell’addome, lo spazio al suo interno si dilata ed approfondisce, espandendosi oltre i confini del corpo fisico. Seguendo un movimento a spirale ancor più qi confluisce nel bacino, avvolge e compenetra gli organi addominali. A volte avverto la spinta del qi verso l’alto.


Col basculamento è stato tutto più semplice, ed ho potuto da subito concentrarmi sulle sensazioni di qi per trovare i movimenti più efficaci, supportata dalla sincronizzazione con la respirazione, che rappresenta per me un potente veicolo per qi e rilassamento. L’attenzione è su coccige e huiyin. Mentre inspiro arrotolo in avanti il coccige usando anche un po’ di forza e spingo huiyin verso Mingmen; quando espiro curvo indietro il coccige fino a percepire che i due punti energetici (yaoyan) posizionati accanto a mingmen si chiudono e rilasso huiyin. Introdurre le pause nella respirazione, trattenendo alternativamente il pieno ed il vuoto, rafforza ulteriormente l’effetto energetico dell’esercizio.


Il qi richiamato da ogni direzione con la rotazione, nel basculamento viene indirizzato verso Mingmen ed i reni e si diffonde nel Dantian ed in tutti gli organi addominali, spinge il diaframma, massaggia ed ossigena i polmoni. Anche il cuore segue il dilatarsi e contrarsi dei polmoni, in armonia. La spinta del qi verso l’alto qui si fa più netta, è come se una parte del qi da Mingmen risalisse lungo e attorno alla colonna vertebrale.


I testi illustrano gli importanti benefici che l’esercizio n. 6 di Xing shen zhuang apporta alla zona lombare ed addominale, alla sfera genitale, al diaframma, alla respirazione, al qi di Dantian, Mingmen, Reni, Polmoni, Fegato e Milza. Ad essi concorrono sia i movimenti di rotazione e basculamento, che la posizione delle mani, comune ad altre sezioni di Xing shen zhuang.


Personalmente, ho sperimentato un senso di forza e di calore nella zona lombare ed un piacevole massaggio agli organi addominali, la zona del perineo si è rafforzata; ho affinato la percezione di huiyin, fegato e milza, il diaframma si è ammorbidito, la respirazione si è fatta più profonda.


Per la Medicina Tradizionale Cinese i Reni sono sede della Volontà e lavorando su di essi la si rafforza; non posso asserire di aver notato un collegamento diretto tra l’esecuzione di questo specifico esercizio e la mia forza di volontà, anche se sono fiduciosa che corrisponda al vero, e ritengo ci sia una connessione tra rafforzamento della Volontà ed il senso di centratura e radicamento che avverto praticando l’esercizio.


L’effetto più potente che ho sperimentato è quello sulla mente: concentrandosi sull’esecuzione dell’esercizio, i pensieri e le emozioni disturbanti si dissolvono, è come se si formasse un imbuto tra mente e Mingmen, in cui essi scivolano lentamente in un movimento a spirale o, a volte, precipitano, dissolvendosi nel nulla.


L’esecuzione regolare dell’esercizio si è rivelata utile durante la sua conduzione nella parte pratica che ha seguito l’esposizione della relazione al convegno: mi è stato più semplice cogliere le difficoltà dei praticanti e suggerire correzioni ed adattamenti.


Durante la conduzione della pratica di Zhineng Qigong viene spesso ricordato di approcciarla ogni volta come fosse la prima volta. L’esperienza della preparazione della relazione per il convegno mi ha reso evidente quanto ciò possa essere difficile. Ho avuto bisogno di uno stimolo esterno, di una piccola sfida, per resettare conoscenze acquisite, sia a livello teorico che di movimenti corporei, e riscoprire ed approfondire un esercizio apparentemente semplice e conosciuto.


Quest’esperienza mi ha permesso un piccolo passo verso una maggiore consapevolezza, e ricordato quanto sia importante mantenere un atteggiamento di curiosità ed esplorazione, durante la pratica e nelle attività quotidiane, verso me stessa e le persone, la natura ed il mondo di cui sono parte.


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