Riflessioni su Qigong e rilassamento di M. Floriani
In queste settimane mi sono ritrovata in una condizione di mobilità ridotta, accompagnata da dolore, a seguito di una caduta e conseguente compressione e infiammazione del nervo sciatico sinistro. Inoltre, a seguito del trauma e dello spavento, la mia respirazione era bloccata, arrivava al massimo fino alla parte mediana dei polmoni. Il diaframma era contratto e percepivo un nodo alla bocca dello stomaco.
Mi sono resa conto di quanto fosse per me una novità trascorrere così tanto tempo a letto e ancor più, provare dolore ad ogni passo. Sono abituata a considerare il movimento come condizione fisiologica, naturale. Un modo per tenermi in forma, svagarmi, esprimermi, sciogliere tensioni, sfogare emozioni represse, spesso prima di dare loro un nome. Nel corso degli anni ho stabilito e consolidato un’equivalenza tra movimento e salute non solo fisica, ma anche mentale ed emotiva.
Anche nel Zhineng Qigong ho sempre preferito gli esercizi dinamici: muovere consapevolmente il corpo per smuovere l’energia, percepirne il flusso, e successivamente fermarsi per gustarne il fluire nell’immobilità. Negli esercizi statici la propensione al movimento si è rivelata un ostacolo, una difficoltà da gestire, ma è sempre stata anche un’ancora, una sicurezza: sapevo che lo strumento del movimento - per sciogliere tensioni, sfogare un’insofferenza, alleviare un dolorino, scaricare irrequietezza - era lì, pronto, a mia disposizione. Ma in questo periodo il mio corpo rifiutava il movimento, richiedeva riposo, preferibilmente in posizione supina. Ho dovuto limitare drasticamente non solo la pratica degli esercizi di Zhineng Qigong, sia dinamici che statici, ma anche il camminare. Persino Roufu non produceva l’effetto di rilassamento e ricarica che sortiva solitamente.
Per la Medicina tradizionale cinese “dove c’è dolore c’è stasi, dove c’è stasi c’è dolore”; in particolare la sciatalgia rientra tra le “sindromi bi”, ovvero ostruttive dolorose, generate da un ristagno di energia e sangue. La soluzione è la rimozione dell’ostruzione, per permettere a qi e sangue di tornare a fluire, riparare e nutrire i tessuti danneggiati e lenire il dolore.
Impossibilitata a ricorrere al movimento fisico per rimettere in moto e far fluire il qi, distesa sul letto o su un tappetino per fitness spesso, mi sono dedicata ad approfondire la pratica del rilassamento.
Nel Qigong il rilassamento si basa sulle cosiddette “Tre Regolazioni”: la regolazione del corpo (Tiaoxing), la regolazione del respiro (Tiaoxi) e la regolazione della mente/Cuore (Tiaoxin). Il praticante sceglie da quale regolazione iniziare, conscio che ognuna di esse influenza le altre.
Alcuni Maestri di Qigong privilegiano, anche in termini temporali, la regolazione del Cuore, sul presupposto che, raggiunto lo stato di calma del Cuore, il corpo segua e si “aggiusti da solo”. Parafrasando le parole del Maestro Liu Dong “Solo la Calma del Cuore, la chiarezza dello Spirito e del Pensiero unitamente possono inviare al cervello informazioni corrette e distinte che saranno, attraverso tutto il corpo, trasmesse a ogni singola cellula “(dal libro” La vie du calme”, traduzione di Letizia Myolin Frailich).
Ritengo che questo sia un approccio molto efficace, ma ho constatato che per me è difficile da attuare. All’inizio di ogni pratica sgombero la mente da emozioni e pensieri disturbanti, immaginando di lasciarli fuori dalla stanza, con l’intenzione di entrare in un tempo e uno spazio tutto mio, dalle infinite possibilità, ma senza aspettative precise. Ma dopo questo primo step, che a volte rimane a livello di intenzione, dirigo l’attenzione al corpo o al respiro. Così la mia mente da tanti pensieri si concentra su un unico pensiero, coincidente peraltro con l’oggetto degli altri due metodi di regolazione, a me più consoni.
Vi sono diversi metodi per rilassare il corpo, ad esempio partendo dalla testa per arrivare ai piedi o viceversa, o ancora dagli strati più superficiali del corpo a quelli più profondi. In ogni caso, è importante non voler rilassare il corpo in una volta, ma una zona alla volta.
Una tecnica che adotto spesso è quella del rilassamento delle tre linee: frontale, laterale e posteriore.
Inizialmente si porta l’attenzione alla sommità del capo e si scende lungo la parte anteriore del corpo, rilassando il cuoio capelluto, distendendo la fronte, la zona tra le sopracciglia, gli occhi e i muscoli attorno ad essi, il naso e le mascelle, la bocca, con labbra, lingua e arcate dentali, il mento. Si scende poi lungo la parte frontale del collo e delle spalle, si rilassano il petto e l’addome fino all’inguine. Si prosegue lungo la parte anteriore di cosce e ginocchia scendendo fino al dorso del piede e alle dita dei piedi. Si porta l’attenzione ai lati dell’unghia dell’alluce e si espira tre volte da questi punti, che corrispondono all’inizio del percorso dei meridiani di Fegato (angolo ungueale esterno) e Milza-Pancreas (angolo ungueale interno). Espirando, si immagina di “lasciar andare”.
Si riporta l’attenzione alla sommità della testa e si percorre la linea laterale, scendendo fino alle orecchie, per lambire le spalle e continuare lungo le braccia fino alla punta delle dita delle mani per soffermarsi sulla punta del dito medio delle mani, ove termina il meridiano di Pericardio. Da lì si espira tre volte.
Infine si rilassa la linea posteriore del corpo, sempre dall’alto, scendendo lungo la nuca, la parte dorsale delle spalle, la schiena, i glutei, la parte posteriore delle cosce, i cavi poplitei, i polpacci fino ai talloni e alle piante dei piedi: Si espira poi tre volte dal punto Rene 1 (la Sorgente zampillante, tra i cuscinetti plantari).
Nella mia esperienza personale, l’effetto di rilassamento viene ulteriormente potenziato se prima di ogni espirazione si immagina di inspirare dalla sommità del capo. È come se respiro e qi scivolassero nel corpo, dall’alto al basso, portando con sé le tensioni residue, che si dissolvono nell’espiro. Il “lasciar andare”, che inizialmente viene immaginato, si trasforma, con un po' di pratica, in una percezione, che porta ad una sensazione di alleggerimento, sia corporeo che emozionale.
A chiusura della sessione di rilassamento secondo il metodo delle tre linee si accompagna l’attenzione dalle piante dei piedi lungo la parte interna delle gambe fino al perineo (al punto Huiyin, CV1 per poi portarsi all'interno dell’addome, nel Dantian. Lì si resta, in silenzio e presenza.
A quel punto si può decidere di concludere la pratica, o di meditare per un tempo a piacere, o, ancora, di approfondire ulteriormente il rilassamento delle parti del corpo ancora doloranti o contratte, portando l’attenzione in esse.
In quest’ultimo caso mi è d’aiuto la ripetizione della parola “rilassa”, o del termine cinese “Song”, o ancora di brevi frasi come ad esempio “lascia andare”, “il qi scorre libero”, “i blocchi si sciolgono”, espresse sempre in positivo. Dalla loro reiterazione scaturiscono spesso immagini, che approfondiscono l’effetto di rilassamento.
Un’altra tecnica a cui ricorro è l’abbinamento del rilassamento della zona del corpo contratta con Laqi, guidandolo con la mente.
Dirigo l’attenzione in quell’area e in quel dolore, e, rilassando, immagino che essi si espandano, diventando spazio infinito, incamerando Hunyuan qi, per poi farvi ritorno, a permeare e compenetrare la parte dolorante, risanandola, nutrendola, rigenerandola. Talvolta ricorro alla visualizzazione della zona corporea, supportata anche dalla consultazione di una tavola anatomica, più spesso mi baso sulle mie percezioni e sensazioni, più o meno nitide.
Ancora, similmente, combino respiro e Laqi. Sono convinta dell’efficacia della respirazione per calmare mente e dolore e considero il respiro un potentissimo conduttore di qi. Visualizzo la zona dolorante, mi immergo in essa, ed espirando, la accompagno ad espandersi e fondersi nel cielo azzurro, nell’immensità dell’Universo, nella ricchezza e purezza dello Hunyuan qi. Essa diventa così permeabile al qi originario, si intride di esso, diventando un’unica cosa, spazio ed energia insieme, indissolubili. Inspirando il qi si raccoglie in profondità nell’area che abbisogna di guarigione, si lega ad ogni cellula, riempie ogni spazio. L’abbinamento di respiro e Laqi si è rivelato particolarmente efficace per sciogliere il nodo alla bocca dello stomaco e la contrattura del diaframma, che la pratica di roufu aveva evidenziato, senza riuscire a lenirli.
Non sempre ho voglia ed energia per affrontare direttamente dolori e fastidi, e in quei casi li “aggiro”. Mi concentro su zone del corpo distanti e indolori, e prendo coscienza di quante tensioni inconsapevoli albergano in esse. La zona oggetto della mia attenzione si rilassa, il rilassamento si espande al resto del corpo, e la mente “dimentica” il dolore.
Grazie alla pratica del rilassamento – unita ad un rallentamento dei ritmi quotidiani - ho potuto in queste due settimane, senza ricorrere ad antidolorifici, sopportare il dolore nella parte lesa, abbassandone l’intensità, a volte fino a dissolverlo. Ho altresì agito efficacemente sulla respirazione bloccata e sul nodo alla bocca dello stomaco. Il rilassamento ha inoltre contribuito a un migliore stato di benessere generale, nonché a conciliare il sonno, supportare il sistema immunitario nel combattere il processo infiammatorio in atto e rafforzare la fiducia nelle mie capacità di autoguarigione.
Ho constatato come nel rilassamento si affini la capacità di percepire il qi e come la qualità dello stesso si trasformi a mano a mano che la calma pervade corpo e mente, diventando più sottile, armonico e fluente. Darsi il tempo di rilassarsi è come concedersi un lavaggio interno, che ripulisce dalle tensioni e armonizza il qi di corpo e mente tra loro e col qi esterno.
Ho avuto la conferma di quanto il rilassamento sia fondamentale nel Zhineng Qigong e nella vita quotidiana. È un’ovvietà, ma non per questo facile da attuare.
Praticare il rilassamento è un presupposto fondamentale e al contempo la modalità corretta per esercitarsi e progredire, nonché un obiettivo da perseguire e un risultato raggiungibile e tangibile della pratica.
Il rilassamento inoltre facilita, sostiene e alimenta le sessioni di meditazione.
Oltre a ciò, un corpo e una mente rilassati costituiscono la base per un sonno sereno e ristoratore.
Sono convinta sia importante sviluppare una disposizione, un’”attitudine” al rilassamento, e il primo passo è quello di dedicargli l’attenzione che merita, nelle sessioni di Zhineng Qigong e nella quotidianità.
Praticare il rilassamento è praticare Zhineng Qigong. Praticare il rilassamento è vivere più sani e più sereni.
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