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Immagine del redattoreDiego Vaccari

La pratica del Zhineng Qigong e l’incontro con il sacro

Considerazioni sul numero aureo e la grafia della lettera Φ di D. Vaccari

Sarà che la posizione n.° 6 della seconda forma dello Zhineng, coinvolge l’osso sacro, sarà che avverto con piacere che a mano a mano che aumenta la confidenza con una specifica posizione, aumenta nel praticarla anche un certo senso di libertà - che non riesco a definire (ma poi sarà così importante il definire le cose?) -per cui il “mio” essere lì assume la qualità di essere in contatto con forme di coscienza che vanno ben oltre quella logica-discorsiva nella quale si ritiene debba ritrovarsi unicamente il significato del termine “coscienza”, sta di fatto che durante un fine settimana di formazione del 2° livello, ho sperimentato, nei 30 minuti dedicati alla posizione n.° 6, l'aggancio alla “struttura che connette” (1).


La posizione n.° 6 è una posizione che coinvolge le anche, il bacino, il sacro (per l’appunto!) ed il coccige in un movimento di basculamento laterale e di basculamento in avanti/all’indietro.

L’indicazione basilare è quella di disegnare con il coccige tanto un cerchio durante il basculamento laterale quanto una linea retta, nel basculamento in avanti/all’indietro.

Se non mi fisso sulla precisione del cerchio - che talvolta presenta delle sbavature, delle rettilinearizzazioni, insomma non è perfetto - e sulla contrazione del perineo nel basculamento in avanti - ricordo che quando anni fa mi imbattei in questa posizione, interpretai la indicazione della decisa contrazione del perineo in avanti come se questa la si dovesse ottenere con una sorta di scatto improvviso, a tutto svantaggio della qualità “interiore” della esecuzione – l’esecuzione è tranquilla ed assume i caratteri di un viaggio, quasi una forma di meditazione.


Rimasi comunque colpito quando sorse spontaneamente, nel procedere dei 30 minuti della pratica, quasi materializzandosi davanti agli occhi l’immagine - naturalmente richiamata sia dal movimento sia dalla centralità che altrettanto spontaneamente assumeva nel movimento il Dantian come centro del cerchio disegnato dalle anche e come punto medio della retta nel basculamento in avanti/all’indietro – del numero aureo:



La storia del numero aureo è formidabile. E’ convenzionalmente indicato con la lettera dell’alfabeto greco indicata nella figura e denominata fi, e matematicamente il suo valore è pari a 1,6180339887..., in cui i tre puntini che vengono dopo il 7 sono rappresentativi di infinite cifre decimali, prive di sequenze ripetitive, un numero quindi interminabile. Ha una natura “geometrica” in quanto è ottenuto solo per mezzo di una costruzione geometrica, quando il rapporto fra due segmenti di lunghezza diversa (a e b) è uguale al rapporto tra il segmento totale (a + b) e il più lungo dei sue segmenti componenti (a):



Sembra che la sua scoperta risalga al V° secolo a.C. e sia opera di un matematico greco, Ippaso di Metaponto, che rimase colpito dal fatto che tale rapporto non appartiene né alla famiglia dei numeri interi né alla famiglia dei rapporti tra numeri interi. Ancor peggio vissero la scoperta i seguaci di Pitagora, un vicino di casa di Ippaso, che piombarono in una sorta di crisi filosofica, come la chiamano alcuni, in quanto la scoperta di Ippaso sanciva la fine del postulato pitagorico per cui i numeri erano solo i numeri naturali (0, 1, 2, 3, …) o quelli che potevano essere espressi con un quoziente di numeri naturali (3/4, 5/8 etc.) (2). Lo stesso Ippaso sembra averne pagato le conseguenze in quanto la tradizione dice che venne affogato davanti a Crotone dai suoi stessi compagni di scuola.

Insomma la sezione aurea – termine che indica il modo in cui dividere un segmento per ottenere la proprietà sopra indicata tra le due parti componenti e tra la somma delle due parti e la parte più lunga – non è esprimibile come una frazione, cioè come un numero razionale, quindi non ottenibile dal rapporto tra due numeri interi.

L’appellativo di sezione aurea o di numero d’oro (3), gli fu dato nel tempo in quanto fu sempre più evidente, per opera di poeti, matematici, scienziati, la sua centralità tanto in natura quanto in alcune opere artistiche:

  • i semi di una mela sono disposti in modo da formare una stella a 5 punte, geometricamente composta da 5 triangoli isosceli, nei quali il rapporto della lunghezza di uno dei due lati con la base è uguale a 1,618…, per l’appunto il rapporto aureo;

  • i petali della rosa sono disposti secondo una regola basata sul rapporto aureo;

  • la conchiglia del genere Nautilus ha una crescita a spirale, secondo uno schema governato dal rapporto aureo;

  • per non dire di opere d’arte, da Leonardo a Salvator Dalì, in cui compare il rapporto aureo;

  • in architettura dalla piramide di Cheope al tempio della concordia ad Agrigento, al portale di Castel del Monte in Puglia;

  • nel corpo umano il rapporto aureo lo si trova tra: la distanza anca-malleolo (gamba) e la distanza anca-ginocchio; tra la distanza spalle-ombelico e distanza spalle-fronte; quasi a conferirgli una natura divina, sacra per l’appunto.

Appagante, inebriante, denso – non trovo il termine corretto – l’accorgersi che stava riaffiorando una vecchia conoscenza (4) a seguito della pratica di una posizione dello Zhineng, e in virtù del fatto che forse anche la pratica di una posizione dinamica assume la valenza di forma di meditazione che come tale può permettere il contatto con il sacro, se sacro è (5) il valore trascendente dell’immanente concreto, la cifra spirituale, il mistero separato e nascosto di là dal velo - che può forse essere svelato e rivelato intimamente nell’incontro fra il sé e il fuori di sé, dalle proprie azioni, dai propri sentimenti - che l’uomo subisce o abbraccia nel bene o nel male, nella maestà immensa dell’altissimo e nel terrore cieco dell’abisso, puro, pulito, umano fondamento ma alieno all’umano, necessario non contingente, significato dell’essere.

Pratica quindi che può consentire di contattare quel mistero separato e nascosto che l’uomo abbraccia o subisce nell’incontro tra il sé e il fuori di sé, ben riferito da quella fusione tra interno ed esterno, uno dei cardini del “sistema” codificato da Pang Ming, che consente di superare quella che Albert Einstein ebbe ad indicare come una sorta di illusione ottica della coscienza umana, … ampliando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutte le creature viventi e l’intero complesso della natura nella sua bellezza (6).




1) Prendo in prestito l’espressione struttura che connette dal lavoro di Gregory Bateson, filosofo centrale nella mia evoluzione, anche spirituale, per ribadire che frammentare il mondo biologico nelle diverse categorie scientifiche è un errore che conduce all’impossibilità di comprendere la natura sistemica dell’uomo e i processi mentali che lo riguardano. Nel caso specifico utilizzo il termine per indicare collegamenti non logici, forse sincronici, sicuramente intuitivi tra il proprio essere e gli enti della creazione e/o le strutture soggiacenti la creazione, in altri termini, una epistemologia fondata su una “(...) metascienza indivisibile e integrata, il cui oggetto è il mondo dell'evoluzione, del pensiero, dell'adattamento, dell'embriologia e della genetica: la scienza della mente nel senso più ampio del termine”.

2) Citazione da Ippaso (filosofo) - Wikipedia, consultata in data 10.01.23.

3) Il motivo per cui nella letteratura matematica specialistica all’iniziale utilizzo della lettera tau per indicare il numero aureo si preferì utilizzare la lettera fi, è da ricercare nel fatto che si voleva in tal modo rendere omaggio a Fidia – la cui la lettera fi è la iniziale - il grande scultore cui sono state attribuite molte sculture del Partenone, che usò in modo più o meno consapevole il rapporto aureo nella composizione delle sue sculture.

4) Mi sono imbattuto anni fa nel rapporto aureo in architettura, in particolar modo in quegli edifici costruiti rispettando tale rapporto, edificati in luoghi “alti”, nel senso di luoghi dove si manifestano energie cosmotelluriche, positive o negative, il cui campo d'intensità vibratoria è rimasto intatto nel tempo, mantenendo un impatto straordinario sugli individui anche ai nostri giorni.

5) Estratto da Sacro, etimologia e significato - Una parola al giorno, consultato in data 29.12.22.

6) «Un essere umano è una parte, limitata nel tempo e nello spazio, di quel tutto che chiamiamo “Universo”. Un essere umano sperimenta se stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti come qualcosa di separato dal resto: una sorta di illusione ottica della sua coscienza. Tale illusione è per noi una specie di prigione, che ci vincola ai nostri desideri personali e all’affetto per poche persone a noi vicine. Il nostro compito dev’essere quello di liberarci dalla prigione ampliando il nostro cerchio di compassione per abbracciare tutte le creature viventi e l’intero complesso della natura nella sua bellezza» da Franco Battiato e Gianluca Magi, Lo stato intermedio, 2021.

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