Liberare il flusso vitale
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  • Immagine del redattoreAmanda Carloni

Liberare il flusso vitale

Come e perché superare le convinzioni limitanti legate al ciclo mestruale e in generale allo

stato di subsalute spesso chiamato “normalità” di A. Carloni

Copertina del testo

La vita è sofferenza o gioia? O entrambi? Che cos’è la salvezza? Che cos’è il destino umano? Sofferenza e gioia, come dice un grande maestro di vita e di pace, inter-sono: senza fango non c’è loto. La comprensione di questo è la nostra salvezza: conoscere con la mente, col corpo, con l’intuizione come funzionano le leggi della natura, come funzionano le attività vitali, di cosa siamo schiavi quando crediamo di essere liberi, che cosa significa essere veramente liberi e che cos’è che ci rende liberi.


Ho scelto di dare un contributo alla comprensione degli strumenti per superare la sofferenza partendo da un fatto comunemente dato per scontato o ignorato: un grandissimo numero di donne soffre a causa del ciclo mestruale! E ancora peggio, questa sofferenza è considerata normale, inevitabile…addirittura necessaria. Quanto cercherò di spiegare riguardo al funzionamento delle attività vitali e della coscienza si applica a qualsiasi condizione di sofferenza in generale, alcuni metodi illustrati sono particolarmente indicati per riequilibrare le condizioni relative al ciclo mestruale ma il messaggio è per tutti: la comprensione è la nostra salvezza e nasce da dentro noi stessi, scegliendo di compiere un cammino di consapevolezza ci salviamo e diamo alla luce noi stessi come esseri umani autentici e completi.


Ho coinvolto in questo progetto la Dott.ssa Linda Mille che con il suo scritto, frutto di competenze maturate in anni di studi ed esperienza diretta con pazienti nonché della sua pratica personale di Zhìnéng qìgōng, ci spiega la visione del ciclo mestruale nella Medicina Cinese e l’importanza da sempre attribuita al qìgōng in questo sistema. Si tratta di una premessa indispensabile per illustrare quanto e cosa può fare il Zhìnéng qìgōng per l’evoluzione dell’umanità dallo stato di necessità allo stato di libertà.


Il metodo di allenamento caratteristico del Qìgōng, cioè rivolgere l’attenzione all’interno e concentrarla su un singolo contenuto, distingue questa disciplina da molti altri metodi di esercizio fisico per il miglioramento della salute. Rimanere concentrati significa essere capaci di tenere la mente ferma su un punto (un pensiero che informi la pratica dandole un obiettivo preciso) e sulle attività vitali. Qualsiasi forma di Qìgōng sottolinea l’importanza imprescindibile di questa introversione e concentrazione mentale per ottenere i risultati che la pratica può portare e cioè: tenere lontane le malattie, prolungare l’aspettativa di vita, modellare un corpo sano, migliorare l’intelligenza, promuovere la moralità e sviluppare abilità fisiche e mentali che permettano agli individui di essere liberi.


Per chi lavora in questo ambito da anni oramai sembra quasi inutile ripeterlo, ma l’evidenza ci ricorda continuamente che non lo è: corpo e coscienza non sono indipendenti ma strettamente interconnessi in ogni momento, il nostro stato mentale influenza il nostro stato fisico e viceversa. Comprendere come gestire al meglio questi due aspetti dell’intero che siamo ci permette di gestire la nostra salute in un modo completamente diverso, di considerarci come esseri umani da un punto di vista diverso. Soffrire non è obbligatorio!

Perché la vita fluisca spontanea e tutte le infinite possibilità di cui disponiamo in ogni momento possano dispiegarsi naturalmente dobbiamo fare un passo fondamentale: da fuori a dentro, cioè dal voler ricevere da qualcun altro, da qualcos’altro quello che ci serve, a capire che abbiamo già tutto quello di cui necessitiamo e che siamo solo troppo presi a dire a noi stessi che non è così per rendercene conto. Questo passaggio ci porta a comprendere che, se a livello fisico o emotivo si manifestano disagi e sofferenze, queste non sono altro che segnali di una rigidità, di un blocco che si sono strutturati a qualche livello nel nostro essere e che ci forniscono l’occasione di prendere l’iniziativa per ristabilire la naturale libertà del flusso vitale. In questo senso il problema è la soluzione, o meglio, la spinta a trovarne una. Se siamo disposti ad accettare il disagio come maestro e ad ascoltare cosa ha da dirci, allora possiamo veramente trasformare la sofferenza in evoluzione. Qualsiasi problematica legata al ciclo mestruale non fa eccezione, e spero che sempre più donne possano vivere a pieno ogni momento senza condizionamenti di alcun tipo. I passaggi da compiere per liberare il flusso vitale e diventare esseri umani autentici secondo la mia esperienza sono essenzialmente due: sciogliere la zona lombare e imparare a riconoscere e gestire le emozioni.


Il testo completo si trova qui


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Amanda Carloni

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