Ancora sull'uso della mente nel Qigong
- Pang Ming

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di Pang Ming, traduzione di R. Testa

Quando mantieni la mente in un punto, lo fai su una posizione concreta, ma non su un oggetto concreto. Per esempio, quando si mantiene la mente nel dantian, c’è sì una zona precisa, ma non c’è un oggetto preciso. Molti praticanti che si occupano di medicina occidentale mi chiedono se “osservare il dantian” significhi mantenere l’attenzione sull’intestino tenue o sulla vescica. Io rispondo: “E se osservi la vescica e poi piano piano ti viene un tumore alla vescica, che fai? Allora, piuttosto, osserva l’urina che la vescica contiene.” E loro replicano: “Che vuol dire?” Dico: “L’urina, all’interno, è "vuota", se osservi l’urina non c’è problema.” Quando sentono queste parole si mettono a ridere, ovviamente è una battuta. In realtà, qualunque punto si osservi è la stessa cosa.
“Quando c’è qi si forma un qiao (centro di raccolta del qi che coesiste con la materia fisica corporea NdT), quando non c’è qi tutto rimane vago.” Solo quando c’è qi può esserci un qiao. Tutti noi parliamo di dantian, ma chi si occupa di medicina occidentale, se palpa l’addome, pensa: “Dov’è questo dantian?” Prima di praticare, nel dantian c’è qi, ma non molto, e non riesci a percepirlo. Possiamo percepire solo ciò che ha una forma concreta; anzi, persino alcune strutture concrete del corpo (come gli organi interni) non riusciamo a sentirle. Ma dopo aver praticato, quando all’interno c’è qi e mantieni spesso la mente in quel punto, man mano il qi, lì si raccoglie, e allora senti come un palloncino. I palloni normali hanno una parete; questo “palloncino di qi”, invece, non ha alcuna parete: è solo una massa vuota e sospesa.
Quando riesci a percepirlo, allora quello diventa un qiao. Se non hai ancora condensato il qi, se la mente non è ancora così sensibile, dove lo trovi il qiao? Solo quando, attraverso la pratica, il qi in quel punto diventa abbondante e si integra con le strutture corporee, puoi percepire in modo concreto l’esistenza del qi. Solo allora si può dire che lì c’è un qiao.
Riconoscendone la posizione, nella pratica, si appoggia la mente in questa zona senza dover fare altro.
Questo è ciò che si intende per “c’è, ma non c’è” (ruoyou ruowu). La cosa fondamentale è mantenere nella mente il qi privo di forma, non la struttura fisica. Questo punto dovete chiarirlo bene. Dopo averlo compreso, sarà facile intendere sia “osservare senza osservare” (sishou feishou), sia “c’è, ma non c’è”. Se non si coglie il senso centrale, queste due frasi risultano incomprensibili. All’inizio bisogna osservare il qi; ma se lì non c’è qi, come fai a entrare nello stato di “c’è ma non c’è”? Non sapendo dove sia il qi, lo cerchi: cerchi, cerchi… e così ti attivi interiormente. Che ci sia qi o che non ci sia, quel punto è vuoto, e il qi è senza forma e senza immagine. Se dici che non c’è, eppure c’è il qi; se dici che c’è, però non ha forma. Questo è “c’è, ma non c’è”.
Gli antichi parlavano molto di qi, ma non sapevano che lo scopo del concentrare la mente è far sì che pensiero e qi si uniscano. Prima che si uniscano, non può esserci alcun effetto. Questo gli antichi non riuscivano a spiegarlo chiaramente. Noi oggi lo abbiamo chiarito, e lo abbiamo anche reso concreto nella pratica.
Ricordo che negli anni Settanta un praticante mi chiese: “Dottor Pang, quando pratico mi si gonfia la pancia. Come mai?” Non stava nemmeno praticando Zhineng Qigong, ma il metodo di un insegnante del passato. Gli chiesi: “Come pratichi?” “Osservo il dantian.” “E come lo osservi?” “Non riesco a osservarlo. Allora ho trovato un modo: ho misurato 1,3 cun sotto l’ombelico ho applicato un cerotto di gomma. L’ho tenuto quasi un mese senza cambiarlo. La pancia prudeva moltissimo, e proprio grazie al prurito la posizione diventava chiarissima. Ogni volta che pratico penso al cerotto.” Gli dissi: “Se continui a pensare al cerotto, diventerai il Buddha dalla pancia enorme.” Mi chiese perché. Risposi: “Stai osservando il dantian, che è dentro l’addome. Ma se pensi al cerotto, stai pensando alla pelle della pancia. Non alla cavità interna. Come non dovrebbe gonfiarsi la pancia? A poco a poco diventerà enorme, e la pelle si ispessirà. Toglilo. E immagina il cerotto a quattro cun e mezzo all’interno. ”Mi chiese: “Dottor Pang, e com’è lì dentro?” Risposi: “Non preoccuparti com’è. Basta immaginare che il cerotto pruda lì dentro.” Dopo meno di un mese, la pancia non era più gonfia. Prima era davvero un po’ sporgente. La parte bassa dell’addome tende già ad accumulare grasso, e se in più ci concentri la mente, si raccoglie, si raccoglie… Quando il qi spinge verso l’esterno, la pancia si gonfia. Questo viola il principio del “c’è, ma non c’è”.
I due principi “osservare senza osservare” e “c’è, ma non c’è”: alcune persone li comprendono appena li sentono, altre invece non riescono a capirli nemmeno dopo molto tempo. Io parlo dell’osservare il qi, ma qualcuno ancora non riesce a coglierlo, e la mente non riesce a concentrarsi.
In questo caso si può usare ciò che è definito come “i tre hunyuan ritornano all’Uno”: a occhi chiusi, è come se guardassi quel punto; con le orecchie ascolti se lì c’è qualche suono; e con il pensiero ti orienti verso quel punto. Si può aggiungere un altro accorgimento: qualunque sia il punto che si osserva, che sia hunyuanqiao, il dantian inferiore, oppure il dantian superiore, si può utilizzare la punta della lingua come direzione dell’intenzione, lasciando che essa indichi quel punto. Quando si osserva il dantian superiore, la punta della lingua tocca verso l’alto e il pensiero si orienta verso l’alto; quando si mantiene il dantian inferiore, la punta della lingua preme verso il basso e il pensiero si orienta verso il basso. In questo modo diventa più facile concentrare la mente, ricondurre i tre hunyuan in un unico punto, e naturalmente l’efficacia aumenta.



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