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Immagine del redattorePaola Dall'Ora

Healing and Healers Retreat: 26 giorni a Sanya (II parte)

di Paola Dall'Ora, a cura di R. Testa

Formazione a spirale

Un'esperienza di amore universale: singing healing practice


Verso la fine del ritiro Teacher Xi ci ha condotto in una esperienza di guarigione che mi ha profondamente commosso. Dopo averci condotto in uno stato di Qi molto intenso, ha iniziato un “canto spontaneo” con vocalizzazioni ispirate dal suo stato meditativo in cui lo abbiamo presto seguito.

150 persone che esprimevano un canto naturale dell’anima che si armonizzava con quello degli altri, un canto che ha iniziato un dialogo amoroso con un pianto disperato, selvaggio e liberatorio che, come un’improvvisa reazione di qi, prorompeva da una di noi: non ci sono parole per descrivere la sorpresa che quell’ urlo dell’anima induceva, in contrasto e non in contrasto con il nostro canto armonioso.

Abbiamo avvolto con la nostra voce quel pianto che finalmente buttava fuori paura, rabbia, decisione, protesta, stanchezza, e le tante sfumature dello spirito di uno di noi, ma era il pianto di tutti noi, ed eravamo anche tutti profondamente coinvolti nell’accarezzare quell’anima ferita con la nostra voce commossa. Cantavamo e piangevamo, tutti, tutte le nostre lacrime.

Ringrazio il coraggio di questa persona di avere espresso l’indicibile, e ringrazio Teacher Xi di avere così sapientemente coinvolti tutti noi nella cura e auto-cura di questo momento inatteso.

Non ci sono parole per dirlo, se non quel sentimento di amore universale che ti porta a dimenticare te stessa e a sentirti unita a tutti e al tutto, in ogni cosa, anche in un pianto disperato.


Una profonda riparazione della persona


Tra le tante, bellissime testimonianze vorrei citare a titolo di esempio quella di una insegnante cinese di Zhineng Qigong, residente nell’isola di Hainan. Originaria della Mongolia, una donna alta, maestosa, che con eleganza nelle movenze e nei gesti ha narrato la sua avventura di un tumore alla mammella che si ripresentò negli anni con molteplici metastasi alle ossa: una condizione clinica che aveva una prognosi severa dal punto di vista della medicina corrente e che lei ha pienamente risolto e superato con la sola pratica. La prima cosa che ci ha comunicato nel fare questo suo resoconto è l’importanza di ridere, rilassarsi e vivere pienamente la propria vita. Alla fine del suo racconto ha cantato per noi una canzone cinese con una voce armoniosa, così come in altra occasione si è esibita in una antica danza mongola, in cui la danzatrice porta elegantemente sul capo tre tazze sovrapposte.

Qui c’è questa bella abitudine di applausi scroscianti per ogni persona che è riuscita a dare una svolta guarendo con la pratica da malattie importanti.

La valorizzazione della persona e dei suoi talenti è un aspetto importante del coro che si crea intorno alla persona e che rafforza il processo di guarigione.

Per tutto il ritiro, ho colto ripetutamente l’occasione di sedere al tavolo in cui pranzava JingLing (del cui nome ahimè non sono sicura ) stando con lei e con la calma sorridente con cui mangiava, una persona che non parlando inglese era raggiungibile attraverso sorrisi, piccole cortesie, e dialoghi canori attraverso la comune passione per il canto. Una donna che aveva comunicato con semplice sincerità, attraverso la traduzione affettuosa di Teacher Tong, la depressione di cui aveva sofferto prima della neoplasia alla mammella, con quella tranquilla descrizione senza troppi dettagli di qualcosa che fa parte della vita e di cui è interessante parlare nel momento in cui si descrive il modo di superare e trasformare una condizione umana.

Durante quei pranzi ho assorbito la buona energia di questa grande donna, onorata e grata di potere condividere scampoli del quotidiano con così tanta semplice intensità.

Il ritiro di guarigione era anche in questi scambi.

Era anche nella piacevole sorpresa di vedere arrivare al mio tavolo Teacher Lu con il suo vassoio della prima colazione, incuriosita di cosa sceglieva nell’abbondante offerta mattutina dell’Hotel, lui sempre prodigo di consigli alimentari su quale frutta rafforza il sistema immunitario, su quanto mangiare e come mangiare nei diversi momenti della giornata.

O quando ammiravo la giocosità di Teacher Tao con il Qi puro di un bambino, la rotondità affettuosa dei suoi gesti nell’avvolgerlo di attenzioni facendolo sentire, divertito, protagonista di ogni gioco e movimento. O quando osservavo il modo in cui Teacher Wei si astraeva dalla confusione di una pausa del ritiro, assorto in un lentissimo wall squatt che lo portava in luoghi interni vasti e lontani in cui rigenerarsi prima di proseguire con la lezione.

Un ritiro come questo consente di osservare e condividere il modo di vivere di persone che hanno molto da insegnare nelle piccole cose che costituiscono il tessuto della vita.


Healers in erba


Ci è stato spiegato che se vuoi diventare uno healer devi praticare molto, stabilizzare la mente, e coltivare un’energia molto rilassata e aperta.

Occorre allenare il processo di trasformazione dello stato di Coscienza che ti porta ad usare la mente e anche il corpo in modo speciale: allora le mani diventano “super mani “ capaci di mandare Qi e di entrare nel corpo di una persona e trasformarne lo stato interno; occorre inoltre allenare una capacità sempre maggiore di grande concentrazione della mente. Occorre infine imparare a parlare con una persona trovando una via per una rapida comunicazione profonda con l’altro.

Per chi come me ha partecipato al gruppo degli apprendisti healers è stata data la possibilità di sperimentare le pratiche di guarigione prima tra di noi, e poi con persone che si prestavano del gruppo dei pazienti, un’esperienza che mi è molto piaciuta anche per la simpatica collaborazione dei compagni di classe e dei pazienti designati!

Avrebbe fatto parte dell’esame finale un report scritto di almeno 5 casi compreso il feedback di chi aveva ricevuto il trattamento.

Cimentarsi, ad esempio, nell’impiego di una tecnica di “ trasmissione di pura coscienza “ in cui lo healer entra in uno stato di coscienza tale che gli consente di trasmettere direttamente una informazione specifica di salute alla persona, in pratica la trasmissione diretta di un contenuto della propria mente nella coscienza e nel corpo dell’altro, (e posso testimoniare che può davvero accadere in modo sorprendente) o l’impiego di tecniche in cui si usano le mani e gesti , pratiche e suoni per mobilizzare Qi, per utilizzare Qi esterno e per trasformare quello interno.


Ho molto apprezzato la cautela e l’atmosfera di rispetto e di responsabilità che gli insegnanti avevano nell’organizzare questi primi passi, per molti di noi, di “ Qi doctors “ così come provo gratitudine per chi si è aperto mostrandomi da vicino la propria sofferenza, spesso sorprendendomi perché nel mondo dello Zhineng Qigong si incontrano persone coraggiose che indossano malattie gravi come abiti provvisori e con il sorriso sulle labbra : come un melanoma da poco operato, o un tumore ai polmoni, o delle grosse cisti bilaterali ai Reni, o una Depressione con aspetti psicotici ( pensiero quasi delirante, allucinazioni, ritiro sociale ) , o una grave encefalomielite o un tumore alla mammella non rimosso chirurgicamente per sua stessa scelta. Trattare ognuna di queste persone in una fresca sera tropicale al riparo dalla pioggia scrosciante, nei suoni della foresta e della loro ( e mia ) tenace voglia di guarire è stato un onore, così come un compito in cui sentivo al mio interno la piena presenza dei nostri fantastici insegnanti : i “ magnifici sette “ erano lì con me!

Alla fine del ritiro avrebbe fatto parte dell’esame anche un trattamento eseguito davanti ad un insegnante su di un paziente scelto dal corpo docente e sarebbe stato valutato l’aspetto non verbale dello healer, la postura, la chiarezza della comunicazione, il grado di padroneggiamento delle tecniche impiegate, e l’effetto ottenuto ovvero il feedback del paziente.

La serietà di questa valutazione articolata è avvenuta in un’atmosfera in cui la chiarezza dei ruoli non cancellava il piacevolissimo mese di vita insieme che avevamo alle spalle, e sono molto grata anche di questa esperienza: una percezione diffusa che comunque alla base di quella trasmissione di conoscenza ci sia un atto d’amore, una sincera disponibilità ad aiutare gli altri.

Anche l’esame di teoria è stato diverso dai tanti esami che ho sostenuto nella mia vita : la consegna, due giorni prima dell’esame scritto, di 12 domande teoriche che attingevano a quanto spiegato nelle lezioni, che ci ha consentito di meditarle, di consultare libri, e soprattutto di parlarne tra di noi a piccoli gruppi, con quella attenzione a far crescere tutti in una comune conoscenza, senza nulla togliere , al momento della risposta scritta, al tocco personale ed originale di quanto inevitabilmente filtrato dalla propria soggettività.

Sapere prima le domande dell’esame, allora, diventa un piacevolissimo stimolo ad un confronto e ad un approfondimento e allontana da preoccupazioni dell’Ego di “fare bella figura “o di temere al contrario di “farla brutta “.


Vorrei concludere questo resoconto inevitabilmente approssimativo rispetto alla pienezza di questa esperienza condividendo una delle 12 domande teoriche dell’esame che ho sostenuto a fine ritiro. Da quel che so dai miei goffi tentativi di approcciare l’affascinante lingua cinese, l’ ideogramma per la parola domanda, Wèn è costituito da due radicali di cui quello esterno rappresenta una porta (men)



门 mèn


e il radicale posto all’interno a forma di quadrato rappresenta una bocca.


问 wèn = porre una domanda

Poeticamente, mi par di capire , una domanda è una bocca che apre delle porte.


Ecco la domanda numero 6 di quella lista, che ho estratto a sorte accanto ad altre e …

a cui ho risposto con quello che oggi la mia persona esprime e può esprimere.

domani è un altro giorno e si vedrà… :


D. . “ WHAT IS LOVE? WHY DO WE NEED TO IMPROVE OUR LOVE AND HOW ?


D: “ CHE COS’è L’AMORE? Perché ABBIAMO BISGNO DI MIGLIORARE/SVILUPPARE IL NOSTRO AMORE? E COME?.........................................................................................................................





With Love,



Paola Dall’Ora Milano, 4/1/19

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