Healing and Healers Retreat: 26 giorni a Sanya (I parte)
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Healing and Healers Retreat: 26 giorni a Sanya (I parte)

di Paola Dall'Ora, a cura di R. Testa

Novembre/dicembre 2018, Sanya, Cina

Ringrazio i cari amici e parenti che mi hanno sostenuto con affetto in questa avventura,

ringrazio i miei due medici e colleghi che si sono posti al mio fianco rispettando e sostenendo le mie scelte,

ringrazio i miei insegnanti italiani di ZhinengQigong, in particolare Ramon Testa ed il gruppo di pratica di Milano, da cui e con cui imparo e cresco nel tempo, e l’amica Patrizia Macchi per le continue scoperte comuni,

ringrazio i magnifici sette insegnanti che hanno condotto il ritiro di Hainan,

ringrazio i 150 partecipanti, la cui forza ed energia sono ancora con me,

ringrazio i miei genitori, Franca, e ogni esperienza e incontro che mette e rimette al mondo nuove possibilità.


Questo viaggio è iniziato molti mesi prima, all’indomani di un intervento chirurgico e della mia ferma intenzione di guarire lontano dalle piste ben note della medicina corrente, alimentato dalla curiosità, come “medico della mente”, di approfondire un sistema di guarigione radicalmente differente.

E’ iniziato in un’agenzia di viaggi di Milano, accettando di slancio il piano di volo proposto, nonostante i numerosi scali e scomodi orari, è proseguito con i contatti via mail con uno dei docenti del ritiro, si è nutrito dei ritiri in Italia che hanno riempito l’ attesa prima e dopo le vacanze estive; mi è sembrato “pericolosamente“ lontano quando la mia fiducia di guarire era ancora un po’ vacillante, e mi è poi venuto incontro, ad autunno, quando molto di me nelle attività quotidiane confluiva lì: ce l’avevo fatta, ero giunta indenne e tutto sommato in forma in prossimità della partenza!

All’arrivo, all’uscita dell’aeroporto di Sanya non avevo avuto dubbi che il viso sorridente dell’ancora sconosciuto Teacher Wu era lì per prelevare chi come me arrivava quel giorno, così come le prime chiacchiere, sul bus diretto all’interno dell’isola, con una coppia australiana di Perth non si sono rivelate una scelta del caso, ma l’inizio di una vera bella amicizia.

Il primo impatto con il resort che ci avrebbe ospitato per un mese è stato ricco di sensazioni contrastanti: la bellezza del luogo, e la difficoltà di comunicazione data la rarità di persone che parlassero inglese, la presenza diffusa di ben 150 persone provenienti da più di 20 paesi del pianeta i cui volti e nomi avrei impiegato giorni a cercare di afferrare, il vago smarrimento in quel giorno di vigilia, ancora privo dello scheletro della giornata che ci avrebbe sostenuto a partire dal giorno successivo, unito alla stanchezza per il lungo viaggio che fece concludere presto quella prima sera in Cina.

Il primo giorno del ritiro è stato come un battesimo di questo viaggio e merita di essere descritto nei suoi contorni avendo rappresentato una importante introduzione agli ingredienti fondamentali dell’esperienza:

alle 7 del mattino, su di un terrazzo esposto ai suoni del fiume e ai fruscii delle piante tropicali, la pratica di apertura (del corpo e di tutto l’essere) all’Universo, e la scoperta del primo suono guaritore: “HUA SAN“, emesso come un guizzo, un sibilo deciso a dissolvere ogni blocco di qi sottostante malattie grandi e piccine,

e poi la meditazione di un’ora con l’invito a 150 persone a fermare il pensiero, a diventare puri sensi immersi nel campo di qi della foresta tropicale, l’arrivo di un altro teacher che aiuta a ridestarci con una pratica di auto-stimolazione di punti energetici, ritrovando il corpo e l’esterno dopo un viaggio così profondo all’interno,

e l’allegra confusione della prima colazione in cui iniziare a conoscere e riconoscere volti e storie differenti, un mescolarsi di razze e culture che si rinnovava a pranzo;

la pausa nel primo pomeriggio, in cui ritrovarsi nella quiete della stanza, e poi giù di nuovo a comprendere l’importanza di una tecnica fondamentale che avrebbe costituito il filo rosso del ritiro, La Qi, questo aprirsi a spazi sempre più vasti e raccogliere energia all’interno, come uno sperimentare il respiro di fondo dell’Universo;

e l’allegra presentazione dei magnifici sette docenti di cui nel tempo si sono sedimentate in me impressioni prevalenti:

Teacher Lu, con la sua affettuosa e profonda intelligenza, Teacher Wei, assorto e puntuale nel suo filosofare, Teacher Xi, con una voce che ti attraversa l’anima, Teacher Tong con una infinita pazienza nel condurci in LaQi senza fine, Teacher Zhao sempre sorridente e abilissimo con le palle del Taiji, Teacher Wu misterioso dato il suo poco inglese, ma grande nel linguaggio del corpo e in disponibilità umana, e Teacher Tao, con la sua allegria e capacità di gioco…;

last but not least, l’invito che ci fecero alla fine di una giornata di 6 ore di pratica, a praticare ancora un’oretta nelle proprie stanze.ma sempre proponendo e invitando con un sorriso sulle labbra a praticare, e praticare e poi ancora praticare! Dopo cena?” Siete liberi e…non liberi...”


Vorrei qui aggiungere alla fine di quella prima giornata un vero battesimo di rinascita l’immergermi di notte, come in un sogno, nella “Infinity Pool“, una delle piscine termali dell’Hotel dove ho potuto tornare a nuotare a 10 mesi dal mio intervento alla spalla, in una ritrovata fiducia nelle capacità di ripresa del corpo.

Il mio braccio fluiva nell’acqua in una ritrovata felicità ed integrità, dopo la violazione del chirurgo.


Enjoy your life! Godi della vita!


Fin dai primi giorni ci hanno ricordato come nel processo di guarigione sia fondamentale godere delle piccole e grandi cose della vita: è un radicale cambio di prospettiva, rispetto alla cupa atmosfera degli ospedali e ambulatori medici.

Godersi la vita, aprirsi in una improvvisa risata rende la mente sempre più fluida.


L’allegria è una potente forza di guarigione.

La felicità porta a cambiamenti interni importanti e noti anche alla luce della nostra medicina occidentale: migliora le difese immunitarie, induce la liberazione di sostanze con un’attività anti-tumorale, stimola l’increzione di endorfine, sostanze che hanno un effetto analgesico e responsabili di un senso generale di benessere, e su un piano energetico la felicità favorisce un flusso abbondante di energia che aiuta a sciogliere i blocchi di qi che sottostanno le malattie.

Vorrei qui aggiungere che la felicità dà un senso all’impegno nel processo di guarigione: non si guarisce solo per sé ma anche per gli altri e per un atto di amore nei confronti della vita stessa che abbiamo ricevuto in dono e che celebriamo salutando con allegria ogni sforzo, anche intenso, che incontriamo sul cammino della guarigione.

Come quando ci imbattiamo nelle cosiddette “reazioni di Qi“ che sono state molte, intense e frequenti in questo ritiro, in ragione della potenza di un campo di Qi legato ad un gruppo così numeroso di praticanti. Molti sono stati gli episodi di febbre alta, di tosse incoercibile, di dolori o rigonfiamenti improvvisi, di alterazione dell’alvo (dalla diarrea ad una stipsi ostinata)…Personalmente ho avuto un episodio acuto di diarrea con vomito ( non ascrivibile al cibo ), un rigonfiamento di un dito di una mano durato poche ore ( non ascrivibile a puntura di insetto ), un episodio brevissimo di emicrania ( nuova a questa esperienza non avendo mai mal di testa ) e una sensazione a tratti di leggerezza e di gioia diffusa : sì, esistono anche reazioni di Qi piacevoli, ma che rappresentano anch’esse una tappa importante del sistema energetico interno impegnato a ritrovare un equilibrio ad un livello più elevato.

Era dunque esperienza quotidiana incontrare qualcuno di noi un po’ malconcio che veniva salutato con allegria e complimentato per “la bella reazione di Qi “che stava vivendo!

Capite bene l’effetto tragicomico che questo aveva: sto malissimo e tutti si complimentano allegramente con me?!

Anche questo è un interessante cambio di prospettiva in cui il disagio viene visto come positivo e foriero di un futuro buon raccolto., ed il portatore del disagio riceve complimenti ed incoraggiamenti che mirano a tenere duro e continuare a praticare dando un senso positivo alla temporanea perdita di equilibrio.


Posso davvero testimoniare che i momenti di allegria non sono mancati in questo ritiro, e devo dire che è stato magnifico vedere la trasformazione dei nostri seri e competenti insegnanti, in momenti di festa e di tempo libero, abbandonarsi ad una giocosità, ad un canto, ad una danza libera che contagiava anche i più riottosi.


Un invito che ho trovato molto interessante è stato quello di cogliere l’opportunità del ritiro per coltivare uno stato di Qi in tutta la giornata : quando cammini per andare al luogo di pratica, e ascolti internamente il tuo scivolare lungo il sentiero nell’aria fresca del mattino, quando mangi, e ascolti dentro i sapori del cibo, quando parli , e ti fai più consapevole del fluire delle parole e dell’energia che veicolano, così come delle parole in arrivo, e quando ti ascolti dentro nell’ affrontare un imprevisto, e naturalmente quando pratichi : allora puoi davvero fare il wall squats in uno stato di grazia in cui è difficile danneggiare il corpo nonostante centinaia e centinaia di ripetizioni…


Il processo di guarigione implica l’abbandono di vecchie abitudini e la creazione di nuove come lasciare la mente libera mangiando, passeggiando, ascoltando la natura senza fare altro che quello che in quel momento si sta facendo.

Un invito che sembra molto semplice, ma appare ben più ostico se ci si impegna, come mi è capitato di fare, in una disanima onesta delle attività di una giornata e del modo in cui le si attraversa.


Trasformarsi ... profondamente


Teacher Lu ha più volte ricordato come un aspetto centrale di ogni processo di guarigione sia un profondo cambiamento della mente:


“Ogni cellula, ogni organo, ogni funzione ascolta gli aspetti inconsci “.


Per guarire occorre ripetere molte volte il processo di invio di una buona informazione, ma occorre anche fissare ad un livello inconscio tale informazione, importando profondamente una immagine di salute, di buon funzionamento nell’organo o tessuto colpito. Pensarlo sano, andare anche nel mondo della natura a vedere con i propri sensi l’immagine di un midollo sano, ad esempio in un caso di leucemia riportato, e tenere nella mente quella informazione durante le pratiche di guarigione.

Ho trovato molto interessante questo lavoro di trasformazione dell’inconscio che viene considerato molto importante per la guarigione, e che viene sostenuto, anche, da un’esperienza concreta da parte del paziente: nel caso riportato dal Teacher Lu l’esperienza di procurarsi un osso, tagliarlo, e contemplare attentamente l’immagine del midollo sano, il suo colore, forma, consistenza e odore.


L’attenzione ai livelli inconsci è legata, anche, all’importanza di farsi consapevoli della persistenza a livelli profondi di elementi di paura (della ripresa della malattia ad esempio) che possono ostacolare la guarigione stessa.

Il sistema endocrino ed immunologico ascoltano attentamente gli stati di paura della persona.

Se la mente non cambia la malattia torna.


Personalmente, ritengo che il sistema medico corrente tenda ad alimentare tale paura della malattia, inducendo un’atmosfera di all’erta a cui sono ispirati i vari “ controlli “ e “ check up “ e ho trovato radicalmente opposto l’approccio qui più volte ricordato e sistematicamente praticato di NON FOCALIZZARSI SULLA MALATTIA , di non pensarsi portatore di un problema “ speciale “, togliendo molto potere alla malattia stessa e ai suoi nomi, spesso molto minacciosi, ovvero portatori di una informazione di paura, appunto.


Un altro invito che ho molto apprezzato è stato quello di coltivare un atteggiamento fermo ma benevolo nei confronti di se stessi: se ricasco in un atteggiamento che vorrei cambiare non ha senso alcuno arrabbiarsi (se non quello di nutrire “l’Ego” offeso di fronte a quello che vive come un fallimento) : è meglio sorridere davanti ai propri punti deboli e portare avanti con tenacia il proprio impegno verso un cambiamento.

Per guarire occorre imparare a volersi bene veramente, senza indulgenza ma nutrendo e coltivando fiducia nel proprio sincero impegno.

In ogni pratica di guarigione, è fondamentale entrare in uno stato mentale “ speciale “, si tratta di una vera trasformazione dello stato della Coscienza, in cui la mente si svuota, cessa il pensiero logico, e si scivola sempre più in uno stato non fisico, uno stato di Qi di massima connessione con la HunyuanQi dell’Universo, uno stato in cui la mente può connettersi con una parte malata ( del proprio corpo o di un’altra persona ) e giungere ad “ entrare “ nei diversi strati del corpo, muovendo il Qi all’interno, rimuovendone i blocchi, trasformando il Qi dall’interno.


Abbiamo avuto modo, ogni giorno, di sperimentare delle sessioni di guarigione collettiva, condotte a turno dai vari Teachers, in cui si utilizza il campo di Qi come strumento di guarigione : personalmente non ho mai sperimentato delle sensazioni di Qi così potenti, come il fluire dell’energia in diverse parti del corpo, il senso di calore intenso in porte e punti critici, visualizzazioni interne della energia che si metteva in moto e apriva ad una visione diretta di una dimensione della realtà al di là dei nostri sensi comuni che lascia veramente stupiti e motivati nel proseguire nella pratica .

Porto con me soprattutto l’effetto generale della conduzione del campo di Qi da parte dell’insegnante : il corpo che fluttua in una bolla di Qi la cui densità diventa palpabile, le braccia che fluttuano come quando ci si trova a galleggiare nel mare, la percezione del corpo e delle distanza tra parti del corpo che cambia, una zona operata, che tende ad avere delle sensazioni diverse rispetto all’altro lato, che torna ad essere percepita in modo del tutto normale, la percezione di un mare interno di fluidi che scorrono sotto la pelle o più in profondità…esperienze che mi hanno fatto comprendere ogni giorno di più cosa è “lo stato di Qi ” e come questo cambia il livello della pratica, di ogni pratica.

L’emissione di suoni curativi in gruppo è potenziata enormemente dal sentire la propria voce mescolarsi a quella degli altri: come Chong (pron Tooon=espansione) Zhu (pron dgiuuu= abbandono).

Espandersi ed abbandonarsi: due ingredienti fondamentali nell’aprirsi e consegnarsi alle forze curative dell’universo.



La scelta


Al terzo giorno del ritiro, Teacher Wei ci ha invitati a fare una meditazione in cui guardare dentro di sé in modo chiaro e sincero per giungere alla scelta se far parte del gruppo degli “healers “ ( = degli apprendisti guaritori ) o degli “ healing “ ( = dei pazienti ).

Personalmente, mi sono trovata a contemplare la parola “ guarire “ che nella lingua italiana ha un doppio possibile significato, quello di guarire qualcun altro ( verbo transitivo ) e quello di guarire se stessi ( verbo intransitivo ) e mi sono ritrovata pienamente a cavallo di questi due significati, senza necessità di dividerli, ma posta di fronte alla scelta nella partecipazione ad uno dei due gruppi, mi sono trovata a scegliere il gruppo dei guaritori, forse in ragione del mio essere un medico che molto ha imparato anche dalla propria esperienza di paziente.

Imparare a guarire me stessa trasforma il mio modo di guarire gli altri. Imparare a guarire gli altri è intimamente legato alle mie capacità di auto-guarigione.


Nell’osservare l’alzata di mani, alla fine della meditazione a cui eravamo stati invitati, ho molto apprezzato questo esempio di come affrontare una scelta in modo che sia onesta e sincera: siediti, datti del tempo, guardati dentro e vedi quello che alla fine prende forma.


Nel prosieguo del ritiro, questa divisione nei due gruppi non ha pesato in modo particolare, molte essendo state comunque le pratiche rivolte al gruppo nel suo insieme, oltre al fatto che nel gruppo dei guaritori apprendisti di cui ho fatto parte c’è stata una ulteriore divisione tra chi aveva già partecipato l’anno precedente e chi come me era alla prima esperienza.

Ringrazio in cuor mio i miei compagni di viaggio, con cui mi sono confrontata, divisi in piccoli gruppi, nel crescere dell’esperienza, ed è stato importante ospitare nuovi amici nella mia camera la sera per sperimentare vicendevolmente le pratiche di guarigione che venivano via via insegnate.

Un clima di apprendimento in piccoli gruppi che viene favorito e che personalmente trovo un’altra potente forza di guarigione: imparare insieme agli altri fa uscire dal rischio dell’isolamento che ogni malattia comporta, oltre che favorisce un reciproco aiuto che aumenta la fiducia e la stima di sé e degli altri.

Di nuovo, il pensiero va all’atmosfera di un ospedale, in cui il malato è oggetto di una vera mortificazione ed espropriazione di ogni sapere e gestione attiva del proprio stato di salute, e dove ogni acquisizione di conoscenza sulla malattia è vissuta con molta angoscia e non certo come un processo di apprendimento che accresce conoscenza e possibilità di trasformazione attiva del proprio stato di salute.


Il campo di qi


Nel mio piccolo gruppo di ‘healers in erba’ ci siamo confrontati su quanto appreso nelle lezioni sul campo di Qi, sperimentando anche a turno la costituzione del campo, e riflettendo sui tanti aspetti implicati, compreso lo stretto interscambio tra il campo di Qi umano e quello della natura.

Vorrei qui menzionare due esperienze che condivisi con i mei compagni che hanno ampliato attraverso un’esperienza personale la mia comprensione del campo di QI.

Ogni mattina andando alla pratica attraverso sentieri lungo il fiume mi sono spesso imbattuta in grandi alberi dalle radici aeree : nella foresta pluviale, il terreno è poco ricco di sostanze, continuamente lavate via dalle piogge abbondanti, e questo stimola la pianta a moltiplicare le possibilità di assorbire buona energia dal Qi della terra attraverso una moltiplicazione di radici, come le tante braccia che, nelle nostre pratiche, da diverse direzioni alziamo quando solleviamo il Qi per poi riversarlo all’interno.

Attardandomi a contemplare quelle radici aeree, quelle tante braccia di Qi, ho pensato alla presenza degli altri partecipanti al campo di Qi, come una vera moltiplicazione e potenziamento del mio processo di raccolta. La natura mi offriva una immagine di qualcosa che sperimentavo ogni giorno a fianco, dietro e davanti ai miei compagni di pratica!

Un’altra esperienza legata al campo di Qi è avvenuta durante una sessione di gruppo : una lunga, lenta costituzione del campo aveva preceduto le pratiche di secondo livello, ed ad un certo punto avevo socchiuso gli occhi, fino a quel momento chiusi, e ho percepito con vero stupore una nebbia bianca che aleggiava tra l’insegnante ed il gruppo di noi, nella grande sala, una grande bolla densa bianca che poi virava verso altri colori come il viola, e ogni tanto si ravvivava nell’incontrare questa o quella figura… E’ stata per me la prima volta che ho “visto“ il campo di Qi di gruppo e a tratti quello individuale di singoli partecipanti !

Ma ancora più importante è stata l’esperienza di andare subito dopo la pratica a riferire all’insegnante quella che per me era stata un’esperienza molto particolare e ricevere con un sorriso una risposta che, pur non togliendo valore alla mia esperienza, le restituiva uno statuto del tutto normale! Il sorriso di chi sa già che il Qi c’è e certo che è percepibile…


L'importanza di aprirsi


Il nostro corpo è come una stanza piena di porte e di finestre. Se non apriamo mai le finestre di una stanza l’aria al suo interno diventa malsana, e ha un cattivo odore.


Non bisogna stare per lungo tempo chiusi all’interno.

Il processo di guarigione può essere ricondotto a questo movimento fondamentale:


apri, entra aria fresca ovvero Qi e la malattia si dissolve.


In questo ritiro abbiamo praticato l’apertura in molti modi:

nelle pratiche, aprendoci all’Universo e scambiando energia interna con energia esterna,

aprendoci alla natura, nel magnifico luogo in cui ci spostavamo,

nei piccoli gruppi, aprendoci ad una conoscenza reciproca e ad uno studio e confronto in gruppo,

nelle preziose esperienze di “sharing“ in cui abbiamo condiviso testimonianze di persone uscite o che stanno uscendo da condizioni anche molto serie di malattia e che si sono aperte nel comunicare ognuno a suo modo la propria esperienza,

nelle esperienze improvvisate in cui qualcuno cantava una canzone o danzava o leggeva una sua poesia,

nei pranzi, cene, feste in cui ci si apriva a mondi e storie diverse tutte importanti e presenti,

nei tanti momenti informali, in cui aprirsi ed imboccare una via nuova era un elemento ricorrente.


Personalmente, mi sono aperta anche leggendo due mie poesie scritte una nella prima parte e l’altra verso la fine del ritiro. Ha fatto parte di questa apertura e condivisione, oltre alla affettuosa accoglienza al momento della lettura, la richiesta da parte di più di un partecipante di registrare la mia voce sul loro cellulare per poterle leggere a persone malate una volta tornati nei rispettivi paesi, e questo ha ampliato ancor di più l’orizzonte a cui mi aprivo, cosa di cui sono molto grata.

Ecco qui di seguito le poesie lette:


HAVE YOU EVER SAID


Have you ever said

that you’ve had walked along

such a beautiful island?


Have you ever said

when you were so pale and frightened

under the black unreasonable threat

of medical prognosis?


Have you ever said

you would have sat among

so many people

far away from

the harsh grey solitude

of twelve months ago?


Have you ever told

those colleagues visiting you

how far they already were

from the strong will

of nourishing health

instead of killing cells?


Have you ever danced

your vitality in front of

the rigid medical mentality,


where’s there is no chance

to be joyful and welcomed

in the truest part of yourself?


Have you ever thought

you were dying much

earlier than expected,


in a desperate instant

of no future?


Have you ever

thrown it away,

delighted by a red flower

enchanted by a friend’s call

warmed up by an intense hug

invited to a friendly Zhineng Qigong group

surprised by unexpected joy

amazed by new knowledge

reinforced by other’s witnesses


and overall, involved in a daily

authentic feeling of

thankfulness,


as all this difficult year

is part of my life,

is part of me,


but I’m alredy another person, now

and I will, tomorrow

and I guess

a positive year is coming,


out of the black unreasonable threat

of medical prognosis,


which, at this point,

makes me laugh

and laugh

and laugh even more!


Paola Dall’Ora 26/11/18, Isola di Hainan, Cina



 


INSIDE AND IN THE SURROUNDINGS


There’s a lot of treasures inside, here,

and in the surroundings,


there’s a lot of things to discover

in this green enchanting Forest,


like a teacher standing still

focusing far away, along the path, one morning,


or the one engaged in a slow intense

squatting* during a pause, I noticed,


or the calm patience of taking us

gently, to an endless La Qi**,


or when in the early morning you

understand how to touch the sky

and then squat down in a state of grace,


or when we expanded our mind to lectures

given with generosity,


or when comes the one of us who doesn’t sleep,

or the other who coughs out her soul***,

and the many warned up by a temporary fever,


the ones who never speak

and the others who never stop a

stream of words,


the learning healers and the healing ones,

all together in a cautious common research.


I heard the music of water and

of birds, the flowing windy bamboos

in the fresh new day,


and I gazed to the thick cloudy roof

of the mysterious tropical sky,


looking for stars, at night

which I found, instead, inside

in the happiest moments of my practice.


I already keep the experience and all of you

In my dancing heart:

we are so many but we are One,


a lot of treasures inside and

in the surroundings,

in this green enchanting Forest,


where we merge all together

in a unforgettable dance

with Universe.


Thank you all of you,

from the deep

of my dancing heart.


Paola Dall’Ora 12/12/18, Isola di Hainan, Cina





*, **,***


*lo squatting è una pratica energetica che coinvolge tutto il corpo; **La Qi è una pratica in cui si apre e si concentra energia all’interno; ***una tosse persistente o febbre sono alcune delle possibili “reazioni di Qi” in cui il corpo cerca un equilibrio ad un livello più alto.





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