Vecchiaia, qigong e longevità (seconda parte)
top of page
  • Immagine del redattoreRamon Testa

Vecchiaia, qigong e longevità (seconda parte)

Del tenere la schiena dritta e altre faccende... #qigong #longevità #schiena


Centenaria che festeggia il compleanno
Centenaria

Quanto scrivo qui sotto procede da ciò che è stato detto nel precedente articolo. Chi non l'avesse ancora letto può farlo cliccando qui.


Come dicevo in chiusura dell'articolo linkato qui sopra, la seconda riflessione stimolata dalla mia visita alla casa per anziani è più specifica e attinente al qigong e ha a che fare con la postura.


Riprendiamo il racconto.


Mentre siamo seduti con i nostri aperitivi offerti dalla "Casa", zia Maria a un certo punto fa cenno di guardare verso la porta del bar e osservare la persona che sta venendo verso di noi. Prima che questa arrivi al nostro tavolo ci sussurra: questa signora ha 100 anni.


La signora viene verso di noi, ci saluta e ci stringe la mano non prima di essersi fatta dire da mia zia chi siamo e quale sia il nostro grado di parentela. Ci dice subito che è rimasta nella sua stanza per un bel po’ di tempo a fare le parole crociate in tedesco e che adesso si sente un po’ stordita per l’essersi troppo concentrata; e così ha bisogno di fare quattro passi per il giardino per rasserenare la mente e sgranchirsi le gambe.


A quel punto la salutiamo e non la vediamo più.


La signora si chiama Emma, ma ha un cognome tedesco. Non sappiamo nulla della sua storia se non di quello che mia zia ci racconta. Ad esempio ci dice che ha una sorella di 103 anni con cui Emma è un po’ arrabbiata perché ha deciso di farsi operare alla sua età ignorando i rischi di anestesia e operazione.


L’aspetto fisico di Emma, soprattutto l’incarnato del viso e gli occhi, la fa sembrare tutt’al più un’ottantenne. Mi chiedo come sia la sorella e se abbia un aspetto arzillo come quello di Emma. Sicuramente il fatto di aver scollinato i 100 anni in due fa pensare che i geni di famiglia siano ben attrezzati per lo scopo.


Ciò che più mi stupisce però non è quello che traspare dal volto, ma la postura di Emma. Per tutto il tempo che sta davanti a noi la sua schiena è diritta con la testa ben posata sulle spalle che non cade in avanti o di lato, come invece si può notare negli altri ospiti seduti intorno a noi.


E questo avere la “schiena dritta” non è certo un caso per una persona longeva perché ogni scuola di qigong (e quasi la totalità delle scuole di qigong parla di longevità) sfinisce il principiante sin dalle prime lezioni con molte indicazioni di cui tenere conto riguardo l’assetto posturale. Indicazioni che per chi inizia sono spesso vissute come un a gabbia per via delle cattive abitudini che interiorizziamo nelle nostre vite fatte di ore sulle sedie a scuola o in ufficio e altre ore sul divano per riposarsi la sera.


Comunque vediamo quali sono questi requisiti posturali, o almeno alcuni dei più importanti:


· La sommità della testa verso l’alto

· Il mento ritratto

· Il petto rilassato

· La schiena innalzata


Quando la sommità della testa è verso l’alto e allineata con il perineo ci troviamo in una situazione di massima economia di sforzo. Stare in piedi richiede infatti uno sforzo notevole. Chi ha fatto studi sull’evoluzione del corpo umano, sa bene che mantenere la posizione eretta non è una cosa così facile e infatti i “cuccioli d’uomo” ci mettono circa 12 mesi per imparare a stare in piedi. La nostra base, i piedi, è piccola e siamo più o meno stabili come un cono rovesciato. Abbiamo perciò bisogno di continui aggiustamenti. Se la nostra testa ciondola avanti, indietro o di lato lo sforzo del nostro corpo sarà ancor maggiore.


Tenere il mento leggermente ritratto è il modo di permettere alla sommità di puntare verso l’alto. Se il mento guarda in avanti o in alto automaticamente la testa perde questo

allineamento alto-basso che ci permette di diventare come delle “antenne cosmiche”.

La sommità della testa è anche chiamata Tianmen (Porta del cielo).



Tenere il petto rilassato vuol dire rilassare la parte situata fra sterno e capezzoli. Non tenere il petto con forza all’esterno serve a permettere al qi di muoversi lungo il percorso di renmai nel circuito orbitale fra parte anteriore e posteriore del corpo.





Innalzare la schiena vuol dire rilassare un punto che si chiama dazhui fra tratto cervicale e dorsale. Anche qui, focalizzarsi su questo punto è strategico per il rilassamento e l’apertura della parte alta dell’addome e del petto.


Insomma, avere la schiena dritta è il modo più basilare per fondersi con la natura e permettere un corretto flusso delle energie del corpo, chiave per mantenere il corpo in salute e rilassarlo.


Non so quanto Emma sappia di questa connessione, ma la tentazione di creare una correlazione fra salute in età avanzata e postura è troppo forte.


“Tenere la schiena dritta” non è poi solo legato alla corretta postura del corpo, ma è un modo di dire piuttosto diffuso con cui ci si riferisce a chi è moralmente integro, non corruttibile, ma al contrario sincero (qui abbiamo parlato di sincerità) e schietto. E in effetti Emma sembra una persona proprio così: schietta, di pochi fronzoli.


E allora mi chiedo se mantenere la schiena diritta ci permetta di smussare le nostre piccole o grandi ipocrisie e se viceversa, essere schietti ci permetta di non afflosciarci con le spalle in avanti quando siamo seduti sulla sedia o sul divano.

Sicuramente possiamo affidarci agli esercizi di qigong per lavorare su questo aspetto che in gran numero agiscono sulla colonna vertebrale attraverso: torsioni, trazioni, rilassamenti, aperture, distensioni dirette e indirette.

Per chi abbia bisogno di un veloce aggiustamento della postura per “raddrizzare” velocemente la schiena consiglio chenqi che rapidamente corregge l’eccessiva cifosi dorsale.

Qui sotto un breve video di Pang Ming che spiega Chenqi.


Ma la danza fra schiena dritta e schiettezza non finisce qui.


La bellezza infinita degli adagi popolari è, oltre al numero e alla varietà regionale, anche la capacità di integrare significati quasi opposti.


E infatti da “tenere la schiena dritta” agli “schienadritta” è un attimo. Gli schienadritta sarebbero quelle persone, benestanti o fannulloni, che mantengono, appunto, la schiena diritta in modo più o meno altero, ovvero non fanno il lavoro sporco di chinarsi, piegarsi e fare fatica come zappare la terra, ad esempio.


Quindi allo stesso tempo tenere la schiena dritta può avere due accezioni opposte. La prima è sinonimo di integrità, di incorruttibilità, mentre la seconda manifesta un lato oscuro di questa integrità.


In passato mi era capitato di chiedermi perché alcune persone che riescono a vivere a lungo siano a volte persone emotivamente distaccate, fredde o poco empatiche. Tengono di certo la schiena diritta, ma questa integrità si trasforma nel non permettere a niente e nessuno di intromettersi nei propri spazi e questa longevità viene ottenuta alle spese di un ritiro non formale forse, ma sicuramente sostanziale dal mondo. Se a questo punto raggiungo i 100 anni creando una separazione fra me e l'altro viene a cadere il presupposto di ciò che nel qigong si reputa importante nel guadagnare un po' di tempo con la pratica, ovvero avere il tempo di compiere quel percorso che ci faccia fondere con la natura (e l'essere umano, l'altro è natura).


E quindi l’insegnamento che possiamo apprendere è che la schiena va tenuta ben diritta ma deve anche essere capace di piegarsi quando serve.

Tradotto in termini qigongheschi potremmo dire che i requisiti della postura di base devono poi fondersi con tutte le pratiche di flessibilità.

Una su tutte è piegare il corpo in avanti, quinto esercizio di Xingshen zhuang dimostrato nel video qua sotto.


Chissà a questo punto se la schiena di Emma oltre a essere diritta è anche flessibile. La prossima volta che andrò a trovare mia zia, se la incontrerò di nuovo farò finta di gettare qualcosa per terra per saggiarne le capacità!

236 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page