top of page

Dall'automatismo alla consapevolezza: la Via del Zhanzhuang

  • Immagine del redattore: Sabina Cini
    Sabina Cini
  • 4 ore fa
  • Tempo di lettura: 5 min

La posizione statica in piedi (Zhanzhuang) fra coltivazione del qi e de-programmazione mentale di S. Cini

Posizione statica in piedi
La posizione statica in piedi per la fusione dei tre centri

Il tempo che trascorriamo a praticare Qigong non è solo tempo per noi stessi, per la cura di sé, o meglio, non fa solo del bene al nostro corpo e alla mente. Il tempo trascorso a praticare è un impegno concreto per portare un po' di luce nell'ambiente che abitiamo e alle persone con cui entriamo in contatto. Poco per volta ci rendiamo conto che l’assunto di credersi entità separate, è mera illusione ed è controproducente attendere che il mondo attorno a noi sia migliore, che vi siano spiragli di pace in famiglia o nel mondo, se non ci concediamo del tempo per prenderci cura di sé stessi. Mi sono resa conto di possedere questo strumento che so essere efficace, non perché ho letto resoconti di altri, ma mi è bastato osservare con onestà ciò che mi accade quando pratico con costanza e metodo e quando invece non trovo il tempo. 


Ogni volta che trascuro il fatto di ritagliarmi tempo per praticare, mi accorgo che c’è più confusione nella mente, pensieri ricorrenti su tutto ciò che devo fare, il corpo che si irrigidisce e piccoli malesseri disseminati qua e là. Per capire meglio è un po' come quando la respirazione si fa superficiale e breve, magari per il troppo da fare, e senza che ce ne rendiamo conto questo fatto cambia la condizione della mente che come fosse in stato di allerta e produce ansia.

Ho notato invece, che quando mi metto a osservare postura e respirazione (ed è più semplice se siamo abituati a praticare) durante le attività quotidiane, qualcosa cambia, si ammorbidisce l'aspetto, la mente diventa meno caotica e l'atteggiamento nei confronti degli eventi esterni acquista consapevolezza anziché reattività meccanica. 

Tutti questi accorgimenti non vanno a scapito della naturalità, della spontaneità dell'essere: spesso troviamo una scusa con la frase 'io sono fatto così'; oppure temiamo che rallentare e osservare ci renda simili ad automi, in realtà il guadagno che ne deriva è enorme. Guadagniamo la libertà dagli automatismi poco per volta e facciamo emergere l'essere autentico che abbiamo perduto a causa delle informazioni che ci sono state riversate addosso fin dalla nascita e che hanno costruito il nostro sistema di riferimento (termine usato dal Zhineng Qigong che indica l’insieme di abitudini e credenze che incameriamo dal confronto coi genitori, con l’ambiente e con la società).


Innanzitutto, occorre però nutrire il desiderio di destrutturare questo sistema che è un po' la nostra casa, ci identifichiamo con le reazioni, con certi meccanismi, con gli acciacchi e i malanni e con le catene di pensieri, perciò vederli sfilare mentre pratichiamo la Posizione statica in piedi (il Zhanzhuang, uno dei pilastri della pratica del Qigong) non è una passeggiata, ma se non ci lasciamo trascinare da ciò che affiora, arriva qualcosa di più prezioso. La mente si acquieta poco per volta e il pensiero è catturato dal centro dell'addome e dallo spazio attorno, il confine del corpo fisico diventa vago e indistinto. Chi non conosce la pratica la può associare alla condizione di meditazione, ma c'è dell'altro: la posizione è 'scomoda' e questa scomodità del corpo fa emergere l'atteggiamento mentale nei confronti del fastidio (lo cacciamo via, lo combattiamo,  resistiamo, ci distraiamo per non sentirlo...). 


Questa posizione non è stata scelta casualmente solo per mettere alla prova gli allievi di Qigong, l'allineamento va a nutrire i centri energetici del corpo i tre dantian che si trovano rispettivamente al centro della testa, nel centro del petto e nell'addome, in particolare quest'ultimo è un ricettacolo del Qi che sostiene le funzioni vitali di tutto il corpo. La posizione fa fluire naturalmente il Qi in questo centro, e man mano che il Qi diventa abbondante, il corpo trova beneficio e la mente trova quiete. Vi sono altri esercizi del Qigong che sono nati invece per aprire gli spazi interni, cito ad esempio, collo di gru che mobilizza la zona cervicale con un movimento ripetuto e morbido o piegare il corpo in avanti che come dice il nome stesso fa inarcare il corpo per mobilizzare la colonna e rendere più flessibili le articolazioni.

Ammorbidire e aprire le articolazioni non ha solo la funzione di sciogliere le rigidità articolari, ma anche quella di creare spazio perché il Qi possa passare agevolmente, perciò non è da trascurare; ma grazie alla posizione statica in piedi, posso testimoniare di accedere a un livello più profondo di coscienza. Questo non va a modificare solo il tempo di pratica, ma anche il mio sentire e ciò che trasmetto nella mia vita di tutti i giorni.

Perciò torno al principio e affermo che ricavare del tempo per sé stessi per praticare ogni giorno non è togliere tempo alla famiglia, alla casa, alla cucina e all'amicizia, ma trasformare il tempo del fare convulso in un 'non fare' e solo per questo è rivoluzionario. Il 'non fare' in tempi in cui ci vantiamo di ogni cosa che facciamo e dei mille impegni accatastati come trofei da ostentare.  Questo far niente pieno del 'Tutto' spezza l'abitudine e risuona in modo positivo. Parlo da donna che lavora e sono solita caricarmi di tutte le faccende di casa e che ero solita ripetermi di non avere tempo. Eppure, il tempo scelgo di trovarlo e come per magia quando la pratica prende spazio nelle mie giornate e torno a concedermi la mezz'ora di Posizione statica in piedi, le cose da fare si incastrano agevolmente. Quando invece mi lascio consumare dal 'fare' e non mi curo di questo spazio, la stanchezza mi rende irrequieta e insoddisfatta, entro in reazione ad ogni piccolo intoppo e incolpo gli altri per il carico che mi porto addosso. 

Certo non ci si può illudere che la pratica di Qigong riesca a smontare dinamiche e meccanismi secolari in un batter d'occhio e che sia tutto semplice. Come ho già detto lo svelare degli attriti di corpo e mente non è una passeggiata e prevede cammini in discesa contornati di fiori, salite su rocce impervie e anche buche piuttosto profonde da cui lamentiamo di poter riuscire. Ma questo è un cammino che porta consapevolezza e la consapevolezza porta luce, luce che si espande attorno a noi perché siamo interconnessi tra noi e con la natura.

Ogni scintilla luminosa che portiamo di per sé serve a questo pianeta e se coltiviamo la disperazione anziché la speranza, se mettiamo continuamente l'attenzione su ciò che non ci piace o che ci fa stare male, come possiamo vedere un mondo diverso attorno a noi? 

Commenti


  • Youtube
  • Facebook
  • Instagram

Zhineng Qigong

+39-347-5398977

info@zhinengqigong.it

©2025 zhinengqigong.it

Contatti

Grazie di averci scritto

bottom of page