Il mio scopo
- Ramon Testa
- 23 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Su qigong, profitto, manipolazione e relazione studente-insegnante di R. Testa #zhinengqigong #qigong #campodiqi

Come insegnante il mio scopo non è di fidelizzare le persone. Quello è lo scopo di chi ricerca un profitto.
Il mio lavoro avviene nell’ambito del no-profit e ringrazio molto chi ha pensato di inserire il qigong in questa categoria.
Ovviamente questo non vuol dire che che io possa vivere senza un compenso per la mia attività di insegnamento e divulgazione.
L’offerta dei corsi, il compenso richiesto, il tesseramento, il pagamento della quota sociale e la retribuzione sono passaggi istituzionali che permettono il sostentamento dell’associazione e quindi il mio.
Il senso di ciò che faccio si esprime nel dare gli strumenti alle persone per:
- capire cos’è il qigong, sia nella teoria che nella pratica;
- capire come far funzionare ciò che si è appreso.
Questo significa che il mio obiettivo principale è rendere ogni praticante consapevole del proprio percorso. Cerco di trasmettere non solo le tecniche, ma la comprensione profonda che permette di adattare la pratica alle proprie esigenze.
C’è poi il discorso del campo di qi. La composizione del campo di qi collettivo è un vantaggio per tutti, per chi partecipa, ma anche per chi conduce. Chi pratica Zhineng Qigong sa che non è qualcosa di facilmente sostituibile e che la pratica individuale non può raggiungere gli stessi risultati.
L’importanza data all’uso del campo di qi collettivo non dovrebbe però essere una scusa per fidelizzare a tutti i costi le persone.
Anche se il campo di qi collettivo facilita la pratica, rende più intensa l’esperienza, aumenta i risultati, nei corsi che tengo il senso è espresso dai due punti sopra citati.
Mi rendo conto che questo è un campo minato, perché spesso quando non è fatta per il profitto, la fidelizzazione potrebbe essere portata avanti per altri scopi, non economici, ma potenzialmente anche più problematici.
Quando un insegnante cerca di creare un seguito non per il benessere degli studenti ma per soddisfare il proprio bisogno di riconoscimento.
Quando si instaura una relazione disfunzionale in cui l'allievo diventa dipendente dall'approvazione e dalla guida dell'insegnante.
Quando l'insegnante utilizza tecniche di pressione sociale, senso di colpa o persino paura per mantenere gli studenti nel gruppo.
È importante riconoscere che queste dinamiche disfunzionali non sono create esclusivamente dall'insegnante. Spesso è lo studente stesso che, consapevolmente o inconsapevolmente, cerca o accetta questo tipo di relazione.
Molti praticanti tendono a delegare all'insegnante le proprie scelte e il proprio percorso poiché può sembrare più semplice che affrontare l'incertezza dell'autonomia.
Il desiderio di far parte di un gruppo speciale o esclusivo può inoltre portare ad accettare dinamiche di subordinazione senza metterle in discussione perché un insegnante che offre risposte definitive e un percorso chiaramente tracciato può risultare molto rassicurante.
In alcuni casi, la relazione con l'insegnante può inconsciamente sostituire altre relazioni significative o colmare bisogni emotivi irrisolti, creando un attaccamento che va ben oltre il percorso formativo.
Il mio ruolo come insegnante include il creare opportunità di apprendimento, costruire uno spazio sicuro per la pratica condivisa, offrire la mia esperienza e conoscenza, nonché aiutare nello sviluppo di una sana relazione personale con la auto-disciplina.
Ogni praticante può riflettere sulla propria relazione con l'insegnamento e con me come insegnante. La pratica del qigong è anche un percorso di consapevolezza che può aiutarci a riconoscere e trasformare i nostri modelli relazionali limitanti.
Sono pienamente solidale su quanto scrivi